“Devo confessarti un segreto.”
Me lo dice davanti ad un cappuccino, un freddo lunedì di dicembre.
La guardo, curiosa: i suoi occhi azzurri emanano un guizzo di eccitazione misto a senso di colpa.
Sembra una bambina.
“Prometti di non ridere”.
Io prometto.
E lei spara, tutto d’un fiato: “Rubo palline dagli alberi di Natale degli altri”.
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Felicità: qui ed ora
Siamo abituati a definire ogni cosa. A classificare e mettere etichette e attribuire nomi come se quei nomi avessero in sé il potere di delineare i contorni più o meno incerti delle nostre esistenze. Come se, nell’atto stesso di definire ciò che siamo, ne prendessimo – prepotentemente e presuntuosamente – il controllo.
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Esattamente un anno fa
Un non-luogo dove fermarsi e riprendere fiato. Dove programmare itinerari ma anche improvvisare: deviazioni e nuove vite. Dove soffermarsi a guardare quanto mondo c’è da guardare da quel punto preciso. Dove ballare. Prendere coscienza che la felicità è una presa di coscienza e nient’altro. Dove respirare. Dove aspettare, ma imparare a godersi anche quell’attesa. Dove trovare il tempo e la giusta attenzione che il vivere, quello vero, richiede. -
Io mi perdono
Prendiamoci le nostre responsabilità. Sì, ma poi perdoniamoci.
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Buon non-compleanno
Ho realizzato che il primo appuntamento perfetto è un non-appuntamento. Che i regali degni di essere definiti tali sono quelli che non si cercano, ma si trovano: per caso e per amore. Che il compleanno, se per compleanno s’intende il più puro festeggiamento della tua vita, è un non-compleanno.
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Vita con la v minuscola
Le persone si dividono in due categorie: quelle in attesa di qualcosa e quelle in cerca di qualcosa. In ogni caso, la costante è una e sempre la stessa: il qualcosa. L’obiettivo verso cui tende – disperatamente – ogni essere umano, in ogni ora, in ogni stagione e in ogni era della sua vita. Come se non ci fosse nulla di più importante al mondo, come se tutto il resto rientrasse nella cartella “altro”.
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Ventuno candeline
29 luglio 2014
Ho sorriso, indossato un vestito bianco, steso un velo di rossetto rosso. Spento candeline, versato più champagne che lacrime, pedalato, urlato e mangiato arcobaleni ricoperti di zucchero.
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Dove vanno a finire le forcine?
Sul fondo di una borsa che assomiglia al fondo della mia anima: pieno di scontrini sgualciti e numeri di telefono scritti sulla carta di caramelle.
In quel buco nero dove finiscono i sogni che non ricordiamo di aver fatto e le idee notturne che al mattino non sembrano più tanto geniali. -
Ricorda
Ricorda (anche in ordine sparso):
Qualunque cosa sia successa nel week end, non c’è nulla che un cappuccino con le amiche, di lunedì mattina, da Starbestcoffee, non possa risolvere.
Che meglio di un treno, c’è solo un treno che ti riporta a casa, ovunque essa sia. -
Sarah Van Hoe. L’arte, oltre il vetro
Arte è per me ciò da cui non riesci a staccare gli occhi. Anche se stai camminando per strada. Anche se sei di fretta. Anche se sei distratta. All’arte non importa, lei ti prende alla sprovvista e ti fa sua.
Sarah Van Hoe, oltre la vetrina di DieciDieci: l’arte dove non me l’aspettavo.
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Credo
Nel caffè che ti ricorda che si può essere felici, anche di lunedì, anche alle 6 del mattino. Nell’ oroscopo che ci prende sempre e nel meteo che non ci prende mai. Nei libri che arrivano sempre nel momento giusto. Nelle partenze, ma soprattutto nei ritorni. Quelli verso te stesso.