appunti

La relazione seria e altri mostri

Prima si aveva paura dei mostri sotto al letto, dei ragni, del buio. Oggi si ha paura delle relazioni serie.

Perché, persino nell’epoca dei lavori precari e delle case instabili, nulla spaventa di più della famigerata relazione seria. Quella strana malattia che cerchi di scansare a tutti i costi da quando quel tuo amico ne fu contagiato senza riuscire più a riprendersi.
E allora succede che, dopo neanche il secondo appuntamento, corri ai ripari perché ti hanno insegnato che prevenire è meglio che curare, e la butti lì, tra un bacio e l’altro, la frase antibiotica: “Guarda eh, io non voglio una relazione seria”.

Ma precisamente, cosa vuol dire “relazione seria”? Una relazione in cui non si ride? In cui non ci si diverte? Oppure una relazione che presuppone una volontà – e quindi un impegno – nello stare insieme?
No, perché qua spesso si fa confusione tra il “non voglio una relazione seria” e il “voglio ancora divertirmi, uscire con gli amici, avere la mia libertà”.

Signori, vi svelo un segreto: una relazione che non vi dà tutto questo non è una relazione seria, è una relazione insana.
Ma dire “il problema non sei tu, il problema sono io in questa fase della mia vita”, questa è una gran presa per il c**o (prima di tutto a sé stessi). Perché, proprio nell’epoca dei lavori precari e delle case instabili, quando arriva una cosa che ti piace e che ti fa stare realmente bene, tu te la vai a prendere senza troppe chiacchiere e te la tieni stretta a prescindere dalla definizione che le vuoi dare. In caso contrario, ci dai un taglio e amen.
Vi svelo un altro segreto: sopravviveremo lo stesso.

Quindi sì, quello di cui dovremmo avere paura sono le persone che hanno paura della relazione seria.
Per il semplice fatto che, dopotutto, non c’è niente di più serio della nostra felicità.

 

2 Comments

  • Luisa

    Sono più che d’accordo con te. Ho sempre pensato la stessa cosa, senza mai riuscire ad esprimerla in maniera giusta e tu ci sei riuscita perfettamente.
    Un abbraccio

    • Simona Ficuciello

      Grazie Luisa, sono contenta di aver dato voce ad un sentire comune! Era un pensiero che avevo in testa da un bel po’. Un abbraccio

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