Mi sono guardata come non mi ero mai guardata prima. La prima novità è che ho guardato me stessa non nello specchio dell’ascensore né attraverso la fotocamera frontale, ma su una tela in un museo. La seconda novità è che mi sono guardata da fuori, ma allo stesso tempo da dentro. E questo era, dopotutto, lo spirito con cui è nato il progetto “Il coraggio di essere Frida” della mia cara Susi Sposito: far uscire fuori la propria identità e renderla un capolavoro, proprio come aveva fatto Frida. Un’impresa non certo facile – oserei dire titanica, considerati i tempi in cui viviamo – a cui non poteva far fronte niente se non…
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Il Museo con le cornici dorate
“Biglietti, prego”. A parlare era stato un anziano signore con la barba bianca e il viso rubicondo che, nonostante non fossi mai passata di lì, aveva un’aria familiare. “Biglietti” aveva ripetuto a voce più alta, mentre la folla si accalcava all’ingresso del Museo. “Il suo biglietto, signorina?” fece quindi l’uomo, questa volta rivolgendosi proprio a me. Così io mi sentii quasi in dovere di infilare le mani in tasca, fingendo di cercare un biglietto che in realtà non avevo mai acquistato. In tasca trovai però un biglietto sgualcito ma ancora leggibile di un treno che avevo perso per un soffio: lo porsi all’addetto, lui lo controllò e, senza farmi troppe…
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Disinnamorarsi
Innamorarsi è bello, bellissimo. Disinnamorarsi non lo è. Ma, quando capita, sa essere una benedizione. Ammettiamolo: la fine di un amore, di qualunque amore si tratti, è una di quelle cose che non siamo fatti per gestire con razionalità , un dolore così insopportabile che, mentre soffriamo, siamo convinti sia capace di ucciderci. Eppure quella stessa sofferenza è la prova tangibile che quell’amore, in realtà , non può finire come finisce il caffè dalla dispensa (per quanto anche questo possa avere in sé una certa tragicità ). Tutto quell’amore è ancora lì, da qualche parte dentro di noi, più forte che mai. E presto o tardi dovremo trovare il modo di farci pace, di…
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Ricordati di dirti brava
Anche quando nessuno te lo dice. Anzi, soprattutto quando nessuno te lo dice: è proprio lì che devi mantenere la lucidità di riconoscerti un merito quando ce l’hai. Che è una cosa ben lontana dalla presunzione e dalla pienezza di sé: vuol dire imparare a giudicarsi con spirito critico, e farlo con la stessa intransigente severità di quando commettiamo un errore.
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Un completo gessato ci salverÃ
Settembre è arrivato, con la sua lista di cose da fare ma soprattutto di quelle da non fare più, con quella promessa confortante propria di tutti gli inizi, e con la sfilata di Sofia Colasante, che ha preso i nostri vorrei, potrei e dovrei, e ne ha fatto una collezione che ci ricorda di affrontarli tutti.
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Occasioni
Che non è (solo) il titolo di una bellissima raccolta poetica di Eugenio Montale, ma quella parola che, oggi più che mai, ci eccita, ci tormenta, in ogni caso ci ossessiona. In un’epoca di insicurezza − lavorativa e sentimentale − come quella in cui viviamo, ci fanno credere che le occasioni che ci si presentano davanti vanno colte, sempre. Che se non ti butti ti perdi il meglio, a prescindere. Un po’ come la storia del treno che passa una volta nella vita: una leggenda metropolitana che certamente non spaventa chi, come me, è abituato ad aspettare il 604, che ha più o meno la stessa frequenza.
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E se la fotocamera interna avesse ragione?
Ci sono domande esistenziali, totali, universali, che hanno scomodato i più grandi pensatori e i più talentuosi drammaturghi. Perché esistiamo? C’è vita oltre la morte? È nato prima l’uovo o la gallina? E poi c’è la domanda delle domande: e se la fotocamera interna avesse ragione?
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Un libro per un teatro, il sogno di Secondigliano
Cosa chiediamo ad un libro? Che ci faccia trascorrere ore intense, che ci fornisca pensieri nuovi, che ci insegni qualcosa che non sapevamo, o persino che ci apra una finestra su una vita diversa. A Secondigliano, ai circa 60mila libri custoditi in un deposito in disuso è stato chiesto di realizzare un sogno. Un teatro.
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Elogio del regalo inutile
Il regalo perfetto è quello di cui non si sentiva l’esigenza. Quello senza il quale la vita avrebbe continuato a scorrere senza particolari intoppi. Eppure il regalo inutile è ciò di cui abbiamo un bisogno oserei dire disperato in una vita durante la quale siamo stati abituati a fare ogni cosa per raggiungere un fine. Un pezzo di bellezza immotivata, che qualcuno si è preso la briga di individuare nella moltitudine, impacchettare in una carta blu a pois bianchi e consegnarti a domicilio.
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Cose che odio dei social
Devo ammetterlo. Io AMO i social network, e questo non sarà il post in cui vi propinerò la solita retorica del ‘siamo tutti più asociali’. Anzi, credo sarebbe troppo pigro attribuire all’esistenza dei social una responsabilità che, in ogni caso, sarebbe solo nostra: a coltivare i propri rapporti in maniera autentica, ci si riusciva ai tempi dei piccioni viaggiatori e ci si riesce ai tempi della messaggistica istantanea. Fatta questa premessa, questo sarà invece il POSTO in cui elencherò in maniera casuale cose e persone che dei social proprio non mi vanno a genio.
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L’Ospedale dei Cuori Rotti
Alla fine mi portarono all’Ospedale, nonostante mi ostinassi a ripetere che non ce ne fosse bisogno. Stavo bene. Ma loro non vollero sentire ragioni. E così mi ritrovai nel corridoio angusto e affollato di quello che sembrava un pronto soccorso, in attesa della mia diagnosi. La quale, quando arrivò, mi lasciò a bocca aperta.